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Smeraldo creato: la storia

“Smaragdos” o “Smaragdus”:
Persiani, Greci e Latini usarono lo
stesso termine per definire l’unica
pietra preziosa dal colore verde così
intenso, con un solo, semplicissimo
ed essenziale significato: “pietra verde”,
 un nome che non è cambiato
nei secoli.

È stata la prima pietra imitata dall’uomo;
sono state infatti rinvenute
paste vitree incastonate su gioielli
babilonesi e cinesi antichi di oltre
3.000 anni, mentre si sa che gli antichi
Egiziani conoscevano perfettamente
l’arte di oliare gli smeraldi naturali
per renderne migliore il
colore.

Nel tardo Medio Evo si cominciarono
a produrre le “doppiette”, pietre
composte a strati sovrapposti e
incollati tra loro di smeraldo naturale
e collante verde, oppure di smeraldo
naturale incolore e altre pietre verdi.

Questa tecnica, progressivamente

affinata nei secoli, fu molto
diffusa alla fine dell’800 fino agli
anni ’50, e applicata anche
a tutte le
altre pietre di colore,
ma attualmente
è caduta in disuso.

I primi tentativi di creare lo smeraldo
risalgono al 1848 con sperimentazioni
documentate da J. Ebelmen,
direttore della Fabbrica francese di
Porcellane di Sévres, costituite da
piccolissimi cristalli di smeraldo creato.

Hautefeuille e Perry nel 1888 riuscirono
a far crescere dei piccoli cristalli
con il metodo del “magma fuso”
 con composizione simile allo

smeraldo naturale. Con un metodo
simile, R. Nacken ottenne, nel 1928,
dei cristalli di smeraldo
 lunghi 1 cm
e spessi 3 mm.

La prima commercializzazione degli
smeraldi creati con il metodo del
magma fuso – chiamati “IGMERALD”,
risale al 1937 ad opera della
tedesca I.G. Farbenindustrie.
Qualche anno dopo, con lo stesso
metodo, l’americano Carrol
Chatham creò delle gemme molto
belle che ebbero uno straordinario
successo e detennero praticamente
il
monopolio sul mercato fino al 1964,
quando vennero proposti due nuovi
prodotti, sempre ottenuti con il metodo
dei “sali fusi”: gli smeraldi di
Pierre Gilson, francese,
 e gli
Zerfass, tedeschi.

Ma il metodo dei “sali fusi” non era
esattamente identico al processo
naturale di formazione degli smeraldi
– quello idrotermale – e non utilizzava
il cristallo naturale come ingrediente.

 Gli studi verso la creazione

di uno smeraldo perfetto continuavano,
e il metodo idrotermale
era la strada giusta da percorrere.
Nel 1960 il prof. J. Lechleitner creò
un ibrido: uno smeraldo naturale di
colore molto chiaro ricoperto di uno
strato di smeraldo creato verde
intenso, cresciuto lentamente su di
esso con metodo idrotermale.
Nel
1965 la ditta americana Linde
annunciò di aver creato il primo
smeraldo idrotermale e ne iniziò la
commercializzazione: entrambi bellissimi,
ma non ancora perfetti.

Nel 1964 un gruppo di scienziati
sovietici dell’Università di
Novosibirsk, in Siberia, realizzò
i
primi smeraldi idrotermali di notevoli
dimensioni, 150 –200 ct, di un
bellissimo colore e assoluta purezza.

Nel 1967, in Australia, la ditta
BIRON annunciò la nascita di un
nuovo smeraldo creato idrotermale
ottenuto ricristallizzando quello
naturale in recipienti di oro puro:
era nato “il clone” perfetto.
Gli stessi
indici fisici e ottici,
la stessa composizione
chimica,
uno standard di
qualità eccezionale:
la migliore
alternativa agli smeraldi
naturali
più belli.

Dopo più di trent’anni, ancora una
novità: alla Fiera di Vicenza del giugno
2004 l’IGI di Milano (Istituto
Gemmologico Italiano) presenta gli
Smeraldi Malossi, bellissimi come i
Biron, ma con caratteristiche peculiari
che ne fanno un prodotto a sé.








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