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Rubino Creato - Approfondimenti


La bellezza e la preziosità dei
rubini hanno da secoli stimolato
la creatività di molti uomini.

Già in antichissimi
papiri egiziani si trovano
antiche formule per colorare
di rosso le gemme naturali e
farle diventare simili al rubino.
Sono state anche ritrovate
paste vitree fuse, di aspetto
simile al rubino, incastonate in alcuni
gioielli micenei ed egiziani.

Ma le prime sperimentazioni
per ottenere un
“vero” rubino creato di cui si
abbia testimonianza, furono
effettuate nel 1869 da Marc
Gaudin, che riuscì a produrre
minuscole lamelle di rubino
cristallizzato in un crogiuolo
di argilla. L’esperienza non
ebbe alcuna rilevanza commerciale,
ma di fatto era l’inizio
della storia delle gemme
create per uso gioielleria.

Nel 1878 i chimici francesi
E. Frémy e C. Feil annunciarono
su un periodico scientifico
edito in Francia la creazione
di cristalli di rubino di grandezza
e trasparenza tali da
poter essere utilizzati in gioielleria.
Il metodo di Frémy consisteva
nel fatto di sciogliere ad alta
temperatura i componenti del
rubino in un crogiuolo in
modo da ottenerne, dopo una
lenta crescita, il cristallo.

Il metodo con crogiuolo con
sali fusi non sfociò mai in un
successo commerciale, ma un
altro chimico francese,
Auguste Verneuil - e il suo
nome rimarrà famosissimo
nel campo delle gemme create
- subentrato a Feil, sviluppò
dalle ricerche di Frémy un
processo nuovo e rivoluzionario
che brevettò nel 1891 e
annunciò ufficialmente nel 1902.

Nel metodo Verneuil, detto
anche “di fusione alla fiamma”
il monocristallo cilindrico
di rubino – chiamato
“boule” si forma, in un forno,
più velocemente, grazie alla
caduta di una polvere dall’alto
con un procedimento che
ricorda la formazione delle
stalagmiti. Possono avere
questa origine, oltre ai corindoni
di tutti i colori, anche gli spinelli.

Questo metodo, negli
elementi essenziali, viene
usato ancora oggi per la produzione
di molte pietre create,
perché rapido ed economico.
I rubini ottenuti con questo
metodo hanno una forma
cristallina caratteristica,
sono trasparenti e il loro
aspetto ricorda quello del
vetro. Vengono usati per articoli
da bigiotteria, orologi e
apparecchi scientifici.

Dopo Verneuil, la sfida per
ottenere rubini creati perfetti
continuava, e negli anni successivi
furono compiute
diverse ricerche per scoprire
nuovi metodi di crescita.

Nel 1917 il prof. Czochralski scoprì
un metodo - che porta il
suo nome - per produrre cristalli
di qualità migliore dei Verneuil.

 Nei primi anni sessanta
si svilupparono nuovi
studi per ottenere risultati
ancora più soddisfacenti. Uno
dei primi metodi brevettati – e
siamo nel 1963 – fu quello del
professore statunitense J.P. Rameika.
 
Fino al 1980 si scoprirono
oltre trenta differenti
processi di crescita di cristalli
di corindone risultanti da
una miscela di sali fusi denominata
genericamente “metodo
flux o da fondente”.

Ogni processo differiva leggermente
dall’altro per le
condizioni di crescita e per le
composizione dei sali fusi, ma
questo metodo è ancora oggi
il migliore per ottenere cristalli
di rubino con caratteristiche
chimiche, fisiche e
ottiche del tutto simili ai
naturali: l’obiettivo era stato
pienamente raggiunto.

Lo studio di questi metodi era
comunque inizialmente finalizzato
ad applicazioni industriali
sofisticate, come laser
o semiconduttori, ma nei primi
anni ’80 cominciarono ad
affermarsi anche produttori
che creavano gemme da
impiegare in gioielleria come
Chatham o Kashan in USA,
Knischka in Austria, Douros
in Grecia e Kyocera, con la
brand “Inamori”, in Giappone.

All’inizio del 1983 fu dato
ufficialmente l’annuncio della
nascita di un nuovo Rubino
creato con il metodo flux dalla
Ramaura, divisione della
Overland Gems Inc. di Los
Angeles, California.

I rubini Ramaura sono nati
dall’ingegno di una donna,
Judith A.Osmer, una brillante
scienziata che aveva lavorato
per molti anni come assistente
di Charles Townes, uno
degli inventori del primo
laser a rubino. Per ottenere
gemme perfette la Osmer, per
lungo tempo, aveva studiato
la formazione dei rubini naturali
e sperimentato le tecniche
di cristallizzazione del
rubino da soluzioni di sali
fusi ad alta temperatura
(come i magmi vulcanici) per
poi finalmente ottenere il
miglior metodo di cristallizzazione
del rubino, l’unico
per autonucleazione, fino a
tutt’oggi ancora insuperato.

Ultimamente si è aperto un
nuovo capitolo nella storia
dei rubini creati, con la realizzazione
dei Rubini Malossi:
gemme con caratteristiche
particolari, di colore intenso
e delicate inclusioni, molto
simili alle naturali.
Nascono da una miscela di
corindone naturale e altri
componenti che cristallizzano
con il metodo Czochralski; in
un secondo tempo vengono
sottoposti ad un lungo procedimento
che crea le inclusioni
interne per quello speciale “effetto seta”.

Impreziositi da quel fenomeno
così raro in natura, l’asterismo,
sono stati da poco creati
i Rubini Stellati Malossi :
una stella a sei punte di luce
bianca, formatasi all’interno
della gemma, sembra danzare
sulla superficie del cabochon
seguendo l’occhio di chi la
osserva. Sono gli unici rubini
creati che presentano questo
fenomeno mantenendo intatta
la trasparenza della gemma.











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