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Alessandrite - per approfondire

Alessandrite è rimasta nascosta
agli occhi dell’uomo per
migliaia di anni: non si era mai
vista prima del 1830, anno della
sua scoperta sui Monti Urali,
vicino a Ekaterinborg.

Fu chiamata così in onore dello zar
Alessandro II divenuto maggiorenne
proprio il giorno della scoperta
delle prime Alessandriti in Russia.

Ha una proprietà unica nel
mondo delle pietre preziose,
scientificamente definita
 “metamerismo” o “cangianza”:
cambia colore, da rosso lampone
a luce artificiale – ma non al
neon – a verde erba alla luce del
giorno o illuminazione fluorescente:
e il rosso e il verde erano
 i colori della vecchia Russia imperiale.

Oggi i giacimenti di
Ekaterinburg sono esauriti,
si possono ancora trovare
alessandriti – ma di qualità
inferiore – in Brasile, Sri Lanka,
Zimbawe e Tanzania.

Fu l’ultima grande gemma ad
essere scoperta e fu anche l’ultima
ad essere creata: i primi cristalli
di alessandrite furono prodotti
negli anni Sessanta e solo
nel 1973 l’americana Creative
Crystals per la prima volta
produsse, con il metodo del
magma fuso, cristalli abbastanza
grandi da essere commercializzati
come gemme.

Negli anni ’80 furono
 introdotte sul mercato
dalla Chatham, dalla
Ramaura e dalla Kyocera.

Attualmente le migliori
alessandriti create sono quelle
prodotte in Russia, sempre con
il metodo del magma fuso:
la loro cangianza è incredibile,
del tutto simile a quella delle
gemme più belle ritrovate
degli Urali.
Zar Alessandro II




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